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Storie di Asklivion – Strade nascoste


strade nascoste

 

Autore: Mirco Tondi
Formato: E-book
Lingua: Italiano
Prezzo: gratuito
Pagine versione cartacea: 1792
Data di pubblicazione: 2012

 

Un paio di disclaimer su quest’opera.
Intanto è gratuita, e disponibile sul sito dell’autore alla pagina dei download.
Poi ha una storia abbastanza movimentata, dato che è stata scritto in un arco di tempo lunghissimo… non starò a ripetere quanto già scritto da Tondi, trovate comunque tutto qui.
Premesso ciò, passiamo alla storia.
Che ho letto nella versione “unita”, mentre ora è disponibile divisa in tre parti… comunque si tratta di un libro unico.
Bello grande, anche, vista la mole di pagine. Ma non si sente troppo la pesantezza del tomo.

Di cosa parla?
E’ un romanzo fantasy, di matrice gdr-istica (che si nota chiaramente quando scopriamo il paladino e il chierico, e i loro poteri).

Abbiamo un gruppo di protagonisti classico e variegato, che inizialmente sono individui distinti e poco a poco verranno forgiati in un gruppo con una missione ben precisa: scoprire la fonte del Male che sta avvelendando il mondo, e distruggerla.

Abbiamo un Messaggero, un sacerdote dell’ordine religioso dominante in questa ambientazione (che a un certo punto scopriremo essere post-apocalittica, un poco come il mondo di Shannara derivante dalla fine dell’epoca moderna), con i suoi saldi principi e la sua fede; abbiamo un mercenario che fin da subito sembra saperne più di tutti gli altri, e che infatti fa parte di una società segreta che si occupa di combattere le minacce soprannaturali; abbiamo un mago da sempre alla ricerca di nuove sfide per migliorare, anche a costo di abbandonare tutto ciò che conosce; abbiamo un guerriero soltiario, cupo e misterioso, un antieroe ammantato di oscurità, letale e imbattibile… tranne forse che dai propri demoni interiori; e abbiamo una giovane mezzelfa che in questo gruppo di persone straordinarie ci offre il punto di vista “comune”, della persona senza abilità speciali, che cerca di fare quanto ritiene giusto.
E anche lei ovviamente, come tutti, affronterà anche un viaggio spirituale che la farà crescere e le farà cambiare il modo in cui si comporta e si rapporta al mondo circostante.

La storia mi è piaciuta, una volta entrata nel vivo. Abbiamo un nemico credibile, e dal potere smisurato, che ha avuto modo di prepararsi a lungo per sferrare questo attacco, e sembra sempre essere un passo avanti agli eroi.
Abbiamo gli eroi che devono combattere da soli perché in pochi sanno di questa minaccia e questi pochi sono in grande pericolo, e inoltre non si può sapere chi, cedendo alle tentazioni del male, abbia tradito l’umanità vendendosi al nemico.
Mi è piaciuta, e ho apprezzato anche l’azione, le battaglie. Non mi sono annoiato.

 

Il problema di fondo del libro sta però in quello che ho detto: una volta entrata nel vivo.
I primi capitoli sono dedicati ai singoli personaggi, e per quanto la cosa sia comprensibile fà uno strano effetto, in alcuni punti mi sembrava di leggere una storia di Sapkovky, in altri un semplice racconto breve… e sopratutto il personaggio di Ghendor (più degli altri, che comunque non sono troppo da meno) passa troppo tempo a filosofeggiare. Sia nei dialoghi che nei pensieri, il chierico e in misura un poco minore tutti gli altri passano davvero una quantità enorme di pagine a discutere sul bene e sul male, sulla ricerca di sé stessi e del proprio posto del mondo, su come comportarsi, sul rapporto col divino e con la magia e con i propri limiti e le proprie paure, sulla religione stessa sviscerandone i precetti.

Troppo.
E troppo didascalico, nel suo troppo.
Tanto che a un certo punto ho cominciato praticamente a saltare questi brani, passando direttamente a quelli successivi.

 

La storia è buona, ma l’introspezione esasperata (e io adoro Claremont!) e le parti infinite su filosofia e teologia ne minano moltissimo la qualità, non va bene che si arrivi a saltare a pié pari i brani…

13 agosto 2014 - Posted by | Tondi Mirco | , , , , ,

2 commenti »

  1. Concordo con la disamina che hai fatto, specie sul punto che è più debole del romanzo.
    La scelta che ho fatto nella prima parte è stata quella di dedicare a ogni personaggio un capitolo per presentarlo e farlo conoscere ai lettori: quando ho iniziato a scrivere non avevo l’esperienza scrittoria acquisita negli anni e con le capacità che avevo allora è stata a mio avviso la scelta migliore (non cercare di fare o meglio strafare se non si hanno i mezzi, ma fare le cose semplici). Così i primi capitoli possono essere considerati come dei racconti a sé stanti che poi però si ricollegano a quanto avviene in seguito (l’incontro di Periin, il dono che riceve Ghendor, il potere che sviluppa Reinor).
    Con la scelta di un inizio lento, in certi punti (specie con Ghendor) dove l’introspezione la fa da padrone, il rischio di annoiare il lettore e perderlo c’è, dato che occorre saperlo prendere da subito, mentre io ho voluto fare un crescendo, una progressione atta a far calare nella storia e a non far capire da subito cosa succedeva. Con l’esperienza acquisita nello scrivere, ma anche grazie a letture fatte in seguito (Erikson e Sanderson allora non li avevo ancora letti), più sintesi e un’alternanza maggiore in alcuni punti della prima parte tra azione e pensiero sarebbero stati appropriati. Cosa che penso di essere riuscito a fare nella seconda parte (dal capitolo X): penso che si veda d’aver acquisito esperienza essendo passati due anni dall’inizio (come già detto in altri lidi, la realizzazione dell’opera ha richiesto cinque anni).
    Come so anche che, specie nel fantasy che tanto va per la maggiore, puntare l’attenzione con forza su filosofia, teologia, simbolismo e introspezione non è una scelta commerciale: ma si scrive quello che piace e per me la ricerca di consapevolezza, la scoperta di cose nuove e del passato è importante e per questo ho voluto farne uno dei perni del romanzo.

    Una curiosità. Davvero le pagine in cartaceo risultano così tante? Ho stampato il manoscritto in formato libro (sia per un autoinvio per dimostrare la paternità dell’opera, sia per avere una copia da usare per la revisione), ma mi era venuta sulle mille pagine (è vero però che ho usato un font piccolo).

    Grazie per la lettura e il giudizio 🙂

    Commento di M.T. | 13 agosto 2014

  2. […] suo blog, Gabriele Ninci (conosciuto in rete con il nickname Tanabrus) ha scritto la recensione di Storie di Asklivion – Strade nascoste. Come scritto nel commento lasciato in risposta al suo […]

    Pingback di Storie di Asklivion – Strade nascoste : una recensione « Le Strade dei Mondi | 16 agosto 2014


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