La torre di Tanabrus

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Una città o l’altra, viaggi in Europa – Bill Bryson – 1991, Guanda, €7,99

Bill Bryson è un autore che ho incontrato quasi per caso, ma che una volta conosciuto è entrato con prepotenza nel novero dei miei autori preferiti. Ironico e pungente, tratta spesso di viaggi e di storia, farcendo i suoi libri con aneddoti e curiosità misconosciute.
In questo libro affronta il tema dell’Europa continentale così com’era all’epoca, nel lontano 1991. Una lettura illuminante che mostra le difficoltà che trent’anni fa incontrava un viaggiatore, per quanto esperto fosse, facendoci capire in quale epoca meravigliosa stessimo vivendo finora. Una lettura macchiata indelebilmente, però, da una scelta editoriale incomprensibile e assurda.

In questo libro, Bryson decide di intraprendere un viaggio dalla punta più settentrionale dell’Europa fino a quella più meridionale, visitando nel mentre buona parte delle nazioni europee.
Assistiamo così alla sua caccia all’aurora boreale nell’estremo avamposto europeo nel nord, in un posto così sperduto che all’epoca gli unici collegamenti con il resto del mondo avvenivano settimanalmente, per poi ripartire dal cuore dell’Europa visitando non per la prima volta Francia, Svizzera, Austria…

Il suo viaggio lo porterà poi nei Balcani, ancora devastati da guerra e crisi economica, fino a giungere in Turchia, di fronte all’Asia, potenziale nuova frontiera da esplorare.

Un viaggio che, a distanza di tre decenni, ci ricorda com’era il mondo.
Un mondo che sembrava enormemente più vasto e incomprensibile, con dogane e passaporti, consolati e appuntamenti da non perdere, agenzie di viaggio utilizzate per prenotare voli e alberghi, e una ricerca spasmodica di un posto per dormire quando si arrivava in una nuova città.
La tremenda crisi economica dei paesi dell’est, con una svalutazione che metteva in ginocchio la popolazione e faceva sentire fuori posto il ricco turista angloamericano.

Adesso non ci sono crisi di questo tipo, chi viaggia per l’Europa si trova le frontiere aperte, voli e alberghi si prenotano in pochi minuti dal cellulare, tutti bene o male parlano inglese e hanno strutture ricettive per il turista. Sembra quasi di vedere un mondo diverso, invece che il nostro continente l’altro ieri.

E poi i pregiudizi dell’autore, che riflettevano i pregiudizi delle sue patrie ma anche quelli di buona parte degli europei nei confronti dei vicini.
I tedeschi che venivano già visti con sospetto e fastidio, fino a pochi decenni prima nemici giurati e ora grazie alla loro florida economia si atteggiavano a turisti padroni di tutto; gli austriaci sospettosi verso gli estranei e xenofobi…

E qui si arriva alla nota dolente.
Leggendo il libro sono rimasto deluso dal non avervi trovato neanche un capitolo sull’Italia. Alla fine, lo avevo preso principalmente per la curiosità di leggere come Bryson ci vedesse.
Invece, malgrado a un certo punto dichiarasse di aver deciso di visitare l’Italia, lo ritroviamo la pagina seguente in un’altra zona dell’Europa centrale.

Leggendo in rete, però, ho scoperto il trucco: in realtà c’erano dei capitoli dedicati all’Italia. Bryson viaggiava in Italia, e a quanto ho capito la percorreva da cima a fondo.
L’editore italiano però ha deciso di NON pubblicare quella parte, tagliandola.

Una censura.
Per difendere l’italico orgoglio e nascondere quanto potesse aver visto questo americano trapiantato in Inghilterra nell’Italia di fine anni ottanta?
Per cercare di non offendere i lettori?

In entrambi i casi sarebbero motivazioni ridicole e pericolose.

Francamente sono inorridito alla scoperta di questo taglio, non penso che un editore serio possa anche solo pensare di fare una porcata simile.

Che poi, posso immaginare cosa avrà scritto Bryson su di noi.
Che non c’erano strutture per l’accoglienza dei turisti (figuriamoci, sono scarse ora che di turismo ci viviamo, trent’anni fa saranno state inesistenti), che a seconda di dove ti trovavi la gente cercava allegramente di truffarti, che se finivi per avere a che fare con la burocrazia eri morto, che c’era grande corruzione, che c’erano paesaggi stupendi e opere d’arte a non finire malgrado non fossero salvaguardati né valorizzati a sufficienza, che si mangiava bene e che quasi nessuno parlava la sua lingua.
Niente di nuovo né di falso, e in buona parte valido oggi come ieri.

Ma è stato tagliato.
Censurato.
Mutilato.

E per quanto io abbia apprezzato il libro, o almeno quello che ci è stato consentito di leggere, mi sono trovato costretto a dargli una valutazione estremamente negativa.
Non per il libro, ma per l’edizione scandalosa che ci hanno dato.
Vergogna.

(Dopo la lettura, ho scritto all’indirizzo presente sul sito dell’editore chiedendo la motivazione per questa scellerata decisione, sperando che mi potessero rispondere convincendomi di una giusta causa per tutto questo. Probabilmente avrei potuto voler credere anche a un “ci hanno mandato il  libro spedendo i capitoli in buste diverse e quelle sull’Italia si sono perse!”, ma chiaramente non ho ricevuto alcuna risposta.)

13 dicembre 2018 - Posted by | Bryson Bill | , , , , ,

4 commenti »

  1. Da Wikipedia, pare di capire che i capitoli italiani fossero stati reinseriti nell’edizione del 2006, mentre ora li hanno tolti di nuovo. Bizzarro.

    Commento di buonipresagi | 13 dicembre 2018

  2. Già, molto bizzarro…

    Commento di tanabrus | 13 dicembre 2018

  3. Eh, lo dico sempre io che bisogna leggere i libri direttamente in inglese….
    A parte scherzi è un peccato.

    Commento di Bruno | 14 dicembre 2018

  4. Diciamo che avrei piacere a leggere in italiano quando ci si sforza di dare un bel prodotto, ben tradotto. Che alla fine se non si sostiene la nostra editoria noi lettori… Però quando poi ti ritrovi in situazioni del genere, mediti seriamente di tirare una croce sopra la casa editrice in questione.

    Commento di tanabrus | 14 dicembre 2018


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