La torre di Tanabrus

Did you miss me?

Il meglio del 2018


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Consueta carrellata con il meglio di quanto letto nel corso di questo 2018.
Premessa: tralascerò le riletture, visto che di quei libri ne ho già parlato con abbondanza in passato.

Si comincia con Il prigioniero di Azkaban, nella splendida versione illustrata da Jim Kay. Purtroppo a oggi non dovrebbe ancora essere uscito il quarto volume, e ne sento la mancanza.
La storia già la conoscete tutti. I disegni di Jim aggiungono magia alla magia delle parole, impreziosendo enormemente il volume.

 

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In questo libro viene rivisitato il periodo della schiavitù in America, ipotizzando che la rete clandestina della Ferrovia sotterranea (che si occupava di aiutare gli schiavi fuggitivi a raggiungere nazioni dove potessero essere liberi) fosse una vera ferrovia sotterranea. Si mescolano gli elementi fantastici di questa ferrovia con la realtà di situazioni talmente aberranti che si vorrebbe poter credere siano tutte inventate.
E invece era un paio di giorni fa, in occidente.
Un libro che aiuta a riflettere.

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Questo libro, che mi ha fatto scoprire un autore che prima non conoscevo affatto, è semplicemente un capolavoro. La storia di un ragazzo, abbastanza alter ego dell’autore, in quattro versioni distinte, quattro vite che differiscono per alcune scelte o situazioni differenti, piccoli o grandi eventi che hanno poi prodotto modifiche a valanga sulla vita del ragazzo.
Affascinante. L’ho letto con un taccuino aperto accanto al libro, segnandomi cosa succedesse nelle varie vite (1 2 3 e 4) per non confondermi sopratutto all’inizio, quando giocoforza le storie erano simili se non identiche.

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Ho poi avuto modo di recuperare alcuni autori e classici che a lungo avevo ignorato.
Come per esempio Charles Dickens e il suo David Copperfield.
Si capisce perché venga definito un classico e un capolavoro.

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Oppure Jane Austen e il suo famosissimo Orgoglio e pregiudizio.
Che non avevo mai letto, di cui mi sono innamorato follemente e di cui -peraltro- in questi giorni sta uscendo una versione a puntate su Topolino. Fatta molto molto bene.
Nel caso, procuratevela!

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Sempre in tema di recuperi, ma più recenti, non posso non parlare di Margaret Atwood e del suo Il racconto dell’ancella. Anche perché la serie televisiva che ne è tratta (quest’anno abbiamo visto e apprezzato la seconda stagione) è davvero bella e fatta bene. E malgrado ciò il libro resta superiore.
Quindi, se la serie vi è piaciuta, recuperate questo libro, ripubblicato per l’occasione.
Bello, disturbante, fa riflettere e fa preoccupare.

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Matheson è un autore di cui ho letto poco, troppo poco considerato che quel poco che ho letto l’ho adorato. In futuro dovrò recuperare altri suoi libri.
Chiaramente anche questo Tre millimetri al giorno è stato un centro pieno.

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I fratelli Ashkenazi è stato un salto nel buio.
L’avevo visto proposto spesso da Amazon, mi sono interessato al riguardo, ho visto che trattava di una famiglia ebrea tra la fine dell’ottocento e la seconda guerra mondiale, nell’Europa dell’est. Ho deciso di dargli una possibilità e sono stato premiato con una bellissima lettura e con una finestra interessantissima sul secolo passato.

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Ho letto questo libro prima di andare al Salone di Torino, in preparazione all’incontro con l’autrice, Alice Sebold, che veniva proprio per parlare di questo romanzo autobiografico. Lucky è il racconto che la scrittrice fa, a distanza di molti anni, dello stupro che ha subito da ragazza, fuori dal college. Dello stupro e di quello che ne è conseguito, della paura e di come lei sia cambiata in reazione, dell’individuazione del colpevole e del processo. E di come lei sia stata fortunata perché le circostanze (chi era lei, come appariva, dove era, cosa faceva, contrapposto a chi fosse il suo aggressore, al colore della sua pelle e ad altri dettagli) hanno dato forza alla sua denuncia, credibilità di fronte a una giuria scettica.
Un pugno nello stomaco.

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Dal Salone sono poi tornato con l’ultimo libro di Aislinn. Una bellissima lettura, di diritto tra i libri migliori dell’anno. Un urban fantasy italiano, con ambientazione italiana, di provincia. Che scorre a ritmo di metal.
In più, al Salone come sempre c’era il panel Gainsworth sul fantastico in Italia, che è sempre un bel momento.

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Nel corso dell’anno ho anche recuperato Gemina e, appena uscito, Obsidio. Il secondo e il terzo volume della splendida trilogia di fantascienza YA Illuminae Files.
Ed entrambi i volumi sono piombati nel novero dei libri migliori letti in questi dodici mesi. Una serie consigliatissima, scritta in maniera originale e con una trama con i controfiocchi.

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Altro volume uscito quest’anno, e che ha chiuso qualcosa (questa volta un dittico) è Macerie prime – sei mesi dopo, la nuova e riuscitissima opera di Zerocalcare.
Molto autobiografico, come sempre divertente e intimista ma al contempo profondo e generale, applicabile a tutti noi della sua generazione.
Ottimo finale per un’ottima storia.

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In passato avevo letto un libro della Taylor e non mi aveva detto granché. Non mi ero quindi interessato a questo suo nuovo libro, Il sognatore, finché a forza di vedermelo comparire nel feed di instagram non ho deciso di vedere di cosa diavolo si trattasse, pronto a stroncarlo senza pietà.
E invece mi sono ritrovato affascinato da questa storia, da questo mondo e da questo protagonista. Al punto di aspettare con ansia metà febbraio per poter leggere come finirà la storia. Una sorpresa lietissima.

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E infine, Vincoli.
Il romanzo di esordio del compianto Kent Haruf, uno scrittore purtroppo poco prolifico, che abbiamo conosciuto grazie a NNE negli ultimi anni.
Un esordio che getta nell’imbarazzo tanti scrittori già affermati, e che mostra già i semi di quello che diventerà poi la scrittura di Haruf.

Insomma, un anno pieno di buoni libri.
Con la speranza che il 2019 sia anche meglio!

Buon anno e buone letture a tutti!

31 dicembre 2018 - Posted by | Aislinn, Atwood Margaret, Austen Jane, Auster Paul, classifiche di fine anno, Dickens Charles, Haruf Kent, Kaufman Amie, Kristoff Jay, Matheson Richard, Rowling J K, Sebold Alice, Singer Israel, Taylor Laini, Whitehead Colson, Zero Calcare | , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

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